Pubblicato da... Teatro Vascello
Via Giacinto Carini 78 (Monteverde Vecchio) 00152, ROMA (RM)
Da giovedì 26 settembre 2024 a domenica 25 maggio 2025

Lazio: Spettacoli al Teatro Vascello in Roma

Lazio: Spettacoli al Teatro Vascello in Roma


 

Il Teatro Vascello anche quest’anno riserva e propone ai Soci ASSOCARD condizioni agevolate per l'acquisto di biglietti per gli spettacoli della stagione del Vascello 2024-2025. Di seguito le nuove condizioni:

 

BIGLIETTI in convenzione:

 € 18 a persona anziché € 25

 

Mentre per gruppi di almeno 10 persone € 16 a persona solo tramite pagamento anticipato non rimborsabile.

Ridotto studenti, studenti universitari docenti e operatori esclusivamente di scuole di teatro, cinema e danza  16 anziché € 25.

 

Informazioni e prenotazioni:

Per usufruire dell’agevolazione è necessario esibire, in biglietteria l'ASSOCARD in corso di validità.

Puoi scriverci a promozioneteatrovascello@gmail.com o chiamarci al n. 06 5881021


 

E' possibile acquistare i biglietti, abbonamenti e card telefonicamente 065881021 con carta di credito e bancomat abilitati (pos virtuale), tramite bonifico bancario a favore di La Fabbrica dell'Attore coop sociale ETS  presso BANCA INTESA SAN PAOLO ag. Via G. Carini 32 di Roma c/c 3842 abi 03069 cab 05078 iban  IT89V0306905078100000003842, acquista direttamente alla → biglietteria


 

 

TEATRO VASCELLO Stagione 2024 - 2025



 

dal 26 al 29 settembre giovedì e venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

DE PROFUNDIS


ANNULLATO il 25/09/24. Il Teatro Vascello e la Compagnia Mauri Sturno si riservano di comunicare eventuali date di recupero.

 

Di Oscar Wilde
traduzione di Camilla Salvago Raggi versione teatrale di Glauco Mauri Con Glauco Mauri
musiche Vanja Sturno luci Alberto Biondi
allestimento scenico Laura Giannisi produzione Compagnia Mauri Sturno
durata 60’ guarda il video di presentazione → CLICCA QUI

 

Glauco Mauri, uno dei più grandi artisti teatrali italiani, porta in scena “De Profundis” di Oscar Wilde, sua la versione teatrale della lunga lettera, quasi una autobiografia, che Wilde con la sua arte arguta e intelligente ha trasformato in una parabola universale della sofferenza, del valore dell’arte e dell’amore.
Mauri con il suo lavoro di elaborazione ha mirato innanzi tutto a eliminare le parti troppo letterarie, le non poche imperfezioni (dovute alle pesanti restrizioni carcerarie), le omissioni e gli spazi temporali non rispettati nell’epistola, per renderla “scenicamente più efficace”.
Non un romanzo, ma una lunghissima lettera indirizzata al giovane Bosie (Alfred Douglas) che Wilde scrisse durante gli ultimi mesi della prigionia nel carcere di Reading.
Con l’arrivo del nuovo direttore, più sensibile nei suoi riguardi, gli fu concesso l’uso di carta e penna, severamente proibito dal durissimo regime carcerario a cui erano sottoposti gli omosessuali. Tuttavia Wilde poté leggere per intero quanto aveva scritto solo all’uscita dal carcere, quando gli furono consegnati tutti i fogli.




 

Dal 1°al 6 ottobre dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

LA FABBRICA DELL'ATTORE 50 ANNI DI (R)ESISTENZA

Dal teatro nelle cantine degli anni '70 al Teatro Vascello, 50 anni della nostra storia e della nostra vita, sospesi fra immaginazione e realtà.
drammaturgia e regia Manuela Kustermann
con la collaborazione di Gaia Benassi
Con Manuela Kustermann, Massimo Fedele, Gaia Benassi, Paolo Lorimer Cura delle immagini Paride Donatelli
produzione La Fabbrica dell'Attore - Teatro Vascello

 

Uno spettacolo immersivo di immagini, video, luci, musiche, ricordi e aneddoti per celebrare il cinquantesimo anniversario della compagnia La Fabbrica dell’attore e rivivere insieme le atmosfere magiche di spettacoli che hanno segnato un’epoca.
Dalle cantine degli anni ‘70 al Teatro Vascello, 50 anni della nostra storia e della nostra vita, sospesi fra fantasia e realtà.
Dedicato a Giancarlo Nanni e a tutti gli artisti che hanno fatto parte della nostra avventura




 

Dal 9 al 13 ottobre dal mercoledì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17 debutto mercoledì 9 ottobre h 21

UCCELLINI

di Rosalinda Conti
un progetto di lacasadargilla
regia Lisa Ferlazzo Natoli, Alessandro Ferroni
con Emiliano Masala, Petra Valentini, Francesco Villano paesaggi sonori e ideazione spazio scenico Alessandro Ferroni ambienti visivi Maddalena Parise
scene Marco Rossi
luci Omar Scala costumi Anna Missaglia suono Pasquale Citera
coordinamento artistico al progetto Alice Palazzi
assistente alla regia Matteo Finamore
assistente scenografa Francesca Sgariboldi collaborazione alle immagini in ombra Malombra produzione La Fabbrica dell'Attore/Teatro Vascello
in coproduzione con Romaeuropa Festival, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa in collaborazione con AMAT & Comune di Pesaro, lacasadargilla, PAV Fabulamundi Playwriting Europe, RAM – Residenze Artistiche Marchigiane
con il sostegno di ATCL / Spazio Rossellini durata 1 h e 15’

 

Una casa del bosco. Un bosco che allo stesso tempo esiste e non esiste, non esattamente. La casa è un ambiente e pure ha qualcosa di organico. Una trama e un trauma la sorreggono. Una riunione familiare vi accade, imprevista e accidentale. Uccellini racconta di presenze e assenze, di umani (morti e vivi) e animali (vivi e morti). Di rimossi e fratture, di sguardi discordi nel dare senso al mondo, alle relazioni e alle perdite. E soprattutto di cosa c’è nel mezzo, sulla sottile linea di confine. Uccellini è un esercizio notturno tra i fantasmi, dove qualcun(altro) sembra scrivere la storia, stando in ascolto, nascosto nel bosco.



 

Prima Nazionale

15 - 16 ottobre martedì e mercoledì h 21

Altri Libertini

di Pier Vittorio Tondelli regia: Licia Lanera Compagnia Licia Lanera
con: Giandomenico Cupaiuolo, Danilo Giuva, Licia Lanera, Roberto Magnani luci: Martin Palma
sound design: Francesco Curci costumi: Angela Tomasicchio aiuto regia: Nina Martorana
tecnico di Compagnia: Massimiliano Tane
Prodotto da Compagnia Licia Lanera con il sostegno di Ravenna Teatro
Romaeuropa Festival 2024 - In corealizzazione con la Fabbrica dell'Attore Teatro Vascello durata 1 h e 20’
Linguaggio esplicito

 

Opera prima di Pier Vittorio Tondelli, pubblicata per la prima volta nel 1980 dalla casa editrice Feltrinelli, “Altri Libertini” apparve come un fulmine a ciel sereno nel panorama italiano e internazionale. Strutturato in sei racconti o “episodi”, il romanzo (così lo definiva il suo stesso autore) raccolse un enorme successo in Italia e all’estero per la sua trasgressione e attualità unite a un linguaggio vivo, giovanile e dialettale, non senza riferimenti a citazioni artistiche e culturali. Caratteristiche che contribuirono ad annoverare Tondelli tra gli autori più importanti della letteratura contemporanea e “Altri Libertini” come parte del suo patrimonio nonostante le prime incomprensioni della critica.
La regista e attrice Licia Lanera (prima in Italia a ottenere i diritti per la messa in scena dell’opera) si concentra su tre racconti della raccolta (Viaggio, Altri Libertini e Autobahn) e interviene drammaturgicamente riunendoli in un unico spettacolo che la vede in scena con Giandomenico Cupaiuolo.



 

Prima Nazionale

19-20 ottobre sabato h 19 e domenica h 17

CIME TEMPESTOSE

di Emily Brontë un progetto di Martina Badiluzzi
regia e drammaturgia Martina Badiluzzi con Arianna Pozzoli e Loris De Luna dramaturg Giorgia Buttarazzi
collaborazione alla drammaturgia Margherita Mauro scene Rosita Vallefuoco
suono e musica Samuele Cestola luci Fabrizio Cicero
drammaturgia del movimento Roberta Racis
produzione Cranpi, CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia,
Romaeuropa Festival
in corealizzazione con La Fabbrica dell’Attore - Teatro Vascello con il contributo di MiC – Ministero della Cultura
con il sostegno di Teatro Biblioteca Quarticciolo durata 75’

 

Il potere trasformativo della scrittura femminile si manifesta attraverso autrici come Emily Brontë che hanno ridefinito il panorama letterario e plasmato l’immaginario di generazioni. Attraverso “Cime tempestose” la scrittrice ha saputo esprimere il fervore per l’emancipazione, costretta a celare la sua attività di autrice sotto uno pseudonimo maschile, Brontë rifletteva profondamente sull’alienazione emergente nella società capitalistica dell’epoca. Non è quindi un caso se la regista Martina Badiluzzi si sia rivolta a questo romanzo e alla sua autrice per il quarto capitolo del suo ciclo sulle identità femminili (“Cattiva sensibilità”, “The making of Anastasia” – vincitore del bando Biennale di Venezia Registi Under 30 nel 2019 – e “Penelope” – co-prodotto da Romaeuropa Festival 2022).
Il suo “Cime Tempestose” è un dialogo tra interiore ed esteriore, una riflessione sull’ambivalenza della natura umana. Trasportando gli spettatori al centro dell’universo tormentato di Catherine e Heathcliff qui interpretati da Arianna Pozzoli e Loris De Luna.



 

Prima Nazionale

25-26-27 ottobre venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

ROBERTO ZUCCO

di Bernard Marie Koltés un progetto di Giorgina Pi /Bluemotion
traduzione di Francesco Bergamasco adattamento, regia, scene e video: Giorgina Pi colonna sonora originale: Valerio Vigliar ambiente sonoro: Collettivo Angelo Mai
con Valentino Mannias e Andrea Argentieri, Flavia Bakiu, Sylvia De Fanti, Gaia Insenga, Giampiero Judica, Monica Demuru, Dimitri Papavasiliou, Alessandro Riceci, Alexia Sarantopoulou
produzione: Teatro Nazionale di Genova, Teatro Metastasio di Prato e Romaeuropa Festival
in corealizzazione con Fabbrica dell'Attore - Teatro Vascello
in accordo con Arcadia; Ricono Ltd, per gentile concessione di François Koltès

 

Dopo Tiresia, Filottete e Pilade, dopo aver attraversato le visioni di Kae Tempest, Sofocle, Adrienne Rich, Heiner Müller e Pier Paolo Pasolini, Giorgia Pi si rivolge a Bernard Marie Koltès. Il suo sguardo si concentra questa volta su un antieroe, su un personaggio che del mito prende la capacità di mettere in luce pieghe oscure dell’umano. Basato sulla storia reale di un giovane, Roberto Zucco è l’ultima opera del drammaturgo francese, il racconto di un criminale che, dopo essere stato accusato della morte violenta dei propri genitori, fugge dal carcere, sfida la polizia di tre diverse nazioni e infine, arrestato, muore suicida. Con un numeroso cast formato da Valentino Mannias, Andrea Argentieri, Flavia Bakiu, Sylvia De Fanti, Gaia Insenga, Giampiero Judica, Monica Demuru, Dimitri Papavasiliou, Alessandro Riceci e Alexia Sarantopoulou, Giorgina Pi scava nella dimensione corale del testo, nel raffinato tessuto psicologico dei personaggi che circondano il protagonista, negli universi oscuri abitati da donne, reietti e corrotti e trova in Zucco e nel suo mondo l’incarnazione contemporanea dell’ossessione della sfida, forma di follia del nostro presente.



 

dal 29 ottobre al 3 novembre dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

LA VEGETARIANA

scene dal romanzo di Han Kang
adattamento del testo Daria Deflorian e Francesca Marciano
una co-creazione con Daria Deflorian, Paolo Musio, Monica Piseddu, Gabriele Portoghese regia Daria Deflorian
scene Daniele Spanò luci Giulia Pastore
suono Emanuele Pontecorvo costumi Metella Raboni
collaborazione al progetto Attilio Scarpellini aiuto regia Andrea Pizzalis
regia Daria Deflorian
una produzione INDEX; Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale; La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello in corealizzazione con Romaeuropa Festival; TPE – Teatro Piemonte Europa; Triennale Milano Teatro
in coproduzione con Odéon–Théâtre de l’Europe; Festival d’Automne à Paris; théâtre Garonne, scène européenne – Toulouse
con il supporto di MiC – Ministero della Cultura
durata 100’ guarda il trailer → Clicca QUI

 

Daria Deflorian torna al Romaeuropa Festival in veste di regista e attrice per portare in scena insieme a Monica Piseddu, Paolo Musio e Gabriele Portoghese il gesto misterioso, potente, irrazionale quanto politico di Yeong-hye, protagonista de “La vegetariana”, romanzo della scrittrice sudcoreana Han Kang. Un testo sensuale, provocatorio, ricco di immagini potenti, colori sorprendenti e domande inquietanti: il rifiuto radicale, categorico quanto violento di una donna che sceglie di non mangiare più carne dà il via ad un graduale processo di metamorfosi. Mentre Yeong-hye cambia, cercando di diventare essa stessa vegetazione, ecco che è l’intero mondo che la circonda a vivere l’impatto della sua trasformazione: dall’irritazione sconcertata del marito, all’esaltazione artistica del cognato fino alla consapevolezza addolorata della sorella. L’umanità è dannosa, furiosa, assassina, violenta, tutte cose che Yeong-hye non vuole essere. Lei non vuole smettere di vivere.
Vuole smettere di vivere come noi.



 

4 novembre lunedì h 21 in collaborazione con Flautissimo

IL SEN(N)O

di Monica Dolan
titolo originale The B*easts con Lucia Mascino
adattamento e regia Serena Sinigaglia
traduzione Monica Capuani scene Maria Spazzi
luci e suoni Roberta Faiolo assistente alla regia Michele Iuculano
tecnico di produzione Christian Laface
produzione Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano distribuzione a cura di Mismaonda
durata 100’

 

Alla fine tutto si riduce a una sola domanda: pensiamo che il seno sia una cosa oscena oppure che sia quello che è e basta?
Una psicoterapeuta si trova a dover valutare un gesto mai compiuto prima. Una madre ha preso una decisione sul corpo di sua figlia e questa decisione scatena intorno a lei una serie di conseguenze e di reazioni sempre più fuori controllo.
Un monologo volutamente sfidante, Il Sen(n)o ci conduce nell’esplorazione di un tema terribilmente attuale: come l’esposizione precoce alla sessualizzazione e alla pornografia nell’era di internet abbiano inciso profondamente sulla nostra cultura.
Scritto da Monica Dolan e tradotto da Monica Capuani, dopo un enorme successo in Inghilterra Il Sen(n)o debutta per la prima volta in Italia interpretato da Lucia Mascino con la regia di Serena Sinigaglia.



 

Prima Nazionale

dal 12 al 17 novembre dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17 spettacoli del teatro vascello 13-14-15-17 novembre mercoledì, giovedì e venerdì h 21 e domenica 17 novembre h 17

CAPITOLO II

di Neil Simon
uno spettacolo di Massimiliano Civica
con: Maria Vittoria Argenti, Ilaria Martinelli, Aldo Ottobrino, Francesco Rotelli regia Massimiliano Civica
scene di: Luca Baldini
costumi di: Daniela Salernitano luci di Gianni Staropoli
produzione Teatro Metastasio di Prato in corealizzazione con Romaeuropa Festival e La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello

 

Il regista Massimiliano Civica porta in scena al Romaeuropa Festival il suo allestimento di “Capitolo II”, commedia tra le più autobiografiche della vasta produzione di Neil Simon.
George, quarantaduenne, scrittore di gialli che non riesce a superare il dolore per la morte della moglie, e Jannie, attrice di teatro che ha appena divorziato, si conoscono grazie al fratello di lui e alla migliore amica di lei. Dopo aver superato dubbi, crisi e problematiche sentimentali, decide di sposarla inaugurando così il secondo capitolo della sua vita. Con “Capitolo due”, scritto dopo la morte della moglie, Neil Simon mette in commedia una dolorosa esperienza personale e inaugura il “secondo capitolo” della sua vita artistica, iniziando a scrivere storie con protagonisti che fanno cose buffe in contrasto con la tristezza che provano.



 

dal 19 novembre al 1° dicembre dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

LA SCORTECATA

liberamente tratto da Lo cunto de li cunti
di Giambattista Basile testo e regia Emma Dante
con Salvatore D’Onofrio, Carmine Maringola elementi scenici e costumi Emma Dante
luci Cristian Zucaro
assistente di produzione Daniela Gusmano assistente alla regia Manuel Capraro
produzione Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale, e Carnezzeria. coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone, Roma
durata 60’

 

La scortecata è lo trattenimiento decemo de la iornata primma e narra la storia di un re che s’innamora della voce di una vecchia, la quale vive in una catapecchia insieme alla sorella più vecchia di lei. Il re, gabbato dal dito che la vecchia gli mostra dal buco della serratura, la invita a dormire con lui. Ma dopo l’amplesso, accorgendosi di essere stato ingannato, la butta giù dalla finestra. La vecchia non muore ma resta appesa a un albero. Da lì passa una fata che le fa un incantesimo e diventata una bellissima giovane, il re se la prende per moglie.
In una scena vuota, due uomini, a cui sono affidati i ruoli femminili come nella tradizione del teatro settecentesco, drammatizzano la fiaba incarnando le due vecchie e il re. Basteranno due seggiulelle per fare il vascio, una porta per fare entra ed esci dalla catapecchia e un castello in miniatura per evocare il sogno.



 

Per un pubblico di famiglie e bambini a partire dai 6 anni in su

23-24-30 novembre e 1° dicembre sabato h 16,30 e domenica h 11,30

Il canto della sirena

liberamente tratto da “La Sirenetta” di H.C. Andersen testo e regia Emma Dante
con Viola Carinci, Davide Celona, Stephanie Taillandier Luci Cristian Zucaro
Coordinamento e distribuzione Daniela Gusmano Produzione Atto Unico / Sud Costa Occidentale durata 60’

 

“Il canto della sirena” racconta la storia di una sirena che se ne sta ore e ore su un scoglio a contemplare il mare. L'umido del mare le trapassa le ossa e raffredda il suo corpo che ama invece la terraferma da dove il mare è una distesa bellissima con un odore buono. Ogni sera, Agnese, la più piccola di sei sorelle, con la pelle delicata come petali di rosa e gli occhi chiari come laghi profondi, canta a riva sotto le stelle, finché un giorno, a causa di una terribile tempesta, vede affondare una nave. Agnese si tuffa e salva un principe che sta per affogare. Lo riporta a riva e se ne innamora perdutamente. È a questo punto che la sirena fa la sua scelta: rinunciare alla coda di pesce per inseguire il grande amore. È disposta a tutto Agnese e chiede alla strega del mare il sortilegio. Avrà due gambe per correre dal suo principe e in cambio darà alla strega la sua voce. Ma non è tutto, il rischio è più grande: se il principe non ricambierà il suo amore, Agnese diventerà schiuma del mare.



 

Prima rappresentazione assoluta in forma teatrale

61° Festival di Nuova Consonanza
25 novembre lunedì h 21 - Ore 20.30 presentazione di Dacia Maraini

SyroSadunSettimino

o il trionfo della Grande Eugenia Operina Monodanza in un atto di notte Di Sylvano Bussotti
Poema di Dacia Maraini (1974 rev. 2024) Voce recitante Manuela Kustermann Danzatore Carlo Massari della C&C Company Ensemble Roma Sinfonietta
Direttore M° Marcello Panni EVO Ensemble
Filmati e proiezioni da Sylvano Bussotti, RARA (film) 1968/ 1970) nell’edizione restaurata dalla Cineteca Nazionale di Bologna

 

A cinquant’anni esatti dalla prima esecuzione in forma di concerto al festival di Royan, SyroSadunSettimino verrà ricreato al Festival di Nuova consonanza, diretto oggi come allora da Marcello Panni, amico e interprete accreditato di altre sue prime assolute (Bergkristall all’Opera di Roma, Cristallo di Rocca alla Scala, Passion selon Sade a Genova). Questo avvenimento sarà arricchito dalla presenza di Dacia Maraini come presentatrice, dalla lettura del suo poema affidata a Manuela Kustermann, anche lei amica storica di Bussotti, da un balletto monodanza creato e interpretato dal giovane coreografo Carlo Massari. Proiezioni e filmati di Bussotti stesso faranno da scenografia mobile.



 

dal 3 all’8 dicembre dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

IL GIARDINO DEI CILIEGI

PROGETTO ČECHOV – terza tappa 
Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov
traduzione Fausto Malcovati 
regia Leonardo Lidi 
con Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Alfonso De Vreese, Ilaria Falini, Christian La Rosa, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Orietta Notari, Mario Pirrello, Tino Rossi, 
Massimiliano Speziani, Giuliana Vigogna
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Aurora Damanti
suono Franco Visioli
assistente alla regia Alba Porto
produzione Teatro Stabile dell’Umbria
in coproduzione con Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Spoleto Festival dei Due Mondi

 

Che grande Cechov! Che bello il Giardino dei Ciliegi! Che non si può incasellare, che non può essere fatto in nessun modo se non in quello più difficile, che necessita di un credo radicale nell’atto creativo. La richiesta alla nobiltà d’animo, alla generosità come più grande forma d’arte. 
Un luogo, un giardino/teatro, che aveva trovato la sua utilità cento anni fa e che adesso vive solo nel ricordo dei suoi interpreti. Che adesso non produce più la marmellata di cui i nostri nonni erano tanto ghiotti e che per questo si può tranquillamente buttare giù in favore di un parcheggio. “Bisognerebbe buttarlo giù questo teatro” tuonava il maestro del Gabbiano. Eccoci ancora qui.

Ecco l’ultima immagine che Cechov ci lascia nel finale di Giardino, nel finale di una vita spesa per il teatro. Una persona che ha servito altre persone per tutta la vita, senza se e senza ma, dimenticato. Dice a sé stesso, o al teatro che sta occupando “... Non hai più forze, non ti è rimasto proprio niente, niente... Eh, buono a nulla...”. Poi una corda tragica di violino riempire la scena. Anche Cechov, dopo tutta questa buona marmellata regalata, ci lascia con una nota triste, come se non avesse più voglia di ridere. E infatti c’è da piangere. O, forse, da reagire. Leonardo Lidi



 

Prima Nazionale

dal 10 al 22 dicembre dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

FAUST

tratto da Faust I e II di Johann Wolfgang von Goethe di Leonardo Manzan e Rocco Placidi
con Paola Giannini, Alessandro Bay Rossi (altri attori da definire) regia Leonardo Manzan
scene Giuseppe Stellato, video e luci Paride Donatelli, Sound Franco Visioli
produzione La Fabbrica dell'Attore - Teatro Vascello, Teatro Piemonte Europa, LAC Lugano Arte e Cultura
Il nostro Faust viene riproposto con il linguaggio e l’estetica della graphic novel.

 

Questa geometria di schermi bianchi permette i cambi rapidi di ambientazione. Superfici sulle quali prendono forma disegni, paesaggi, scenari, che evocano il regno della fantasia. Sono la traduzione moderna dei fondali dipinti del teatro rinascimentale.
L’estetica del fumetto, con la sua semplicità, permette la varietà di stili che il Faust contiene e allo stesso tempo riporta la complessità stratificata di Goethe all’essenzialità della fiaba popolare. Infatti Faust è una leggenda popolare che Goethe ha portato al grado estremo della complessità letteraria e filosofica. La sua opera-mondo, mostruosa per estensione, varietà di stili, numero di personaggi, tempi e luoghi, è praticamente irrappresentabile.
Eppure, anche se leggendo le sue mille pagine uno se lo dimentica, Faust è un’antica fiaba di tradizione orale. E noi vogliamo recuperare la semplicità e insieme la forza di un racconto. Leonardo Manzan e Rocco Placidi



 

Lunedì’ 23 dicembre h 21

LE GRANDI COLONNE SONORE

M° Paolo Vivaldi dirige l'Orchestra Giovanile di Roma

 

Le più celebri colonne sonore che hanno fatto la storia del cinema Italiano e mondiale verranno eseguite e introdotte da una breve introduzione del Maestro Vivaldi che ne spiegherà la loro attinenza al film e le loro caratteristiche espressive Il concerto sarà eseguito con il supporto delle immagini dei film sullo schermo.



 

Per un pubblico di famiglie e bambini

Prima Nazionale

dal 27 al 31 dicembre

FLORA

CIRCO EL GRITO in collaborazione "FESTIVAL OPS! di Fondazione Musica per Roma e SIC / Stabile di Innovazione Circense"
Semina un pensiero e raccoglierai un’azione, semina un’azione e raccoglierai un’abitudine, semina un’abitudine e raccoglierai un carattere, semina un carattere e raccoglierai un destino.
Charles Reade
un progetto di Duo Kaos / ARCA
Performance Giulia Arcangeli, Clio Gaudenzi, Luis Paredes Regia Giacomo Costantini
Immaginario e coreografie Giulia Arcangeli, Luis Paredes Sapper Composizioni musicali di Clio Gaudenzi
scenografie ideate da Giulia Arcangeli e Luis Paredes e realizzate da Spazio Scenico Ancona
luci Giacomo Costantini
genere Performing Arts / Circo Contemporaneo
discipline: danza, bicicletta acrobatica, manipolazione di oggetti, mano a mano,live music tipo di pubblico tout public durata 50 min. circa
produzione di ARCA
co-prodotto da Blucinque/Nice centro di produzione per il circo contemporane e SIC/Stabile di Innovazione Circense

 

In un paesaggio scenico dai colori terrigni due figure camminano l’una verso l’altro, mentre lo spazio ruota e immerge lo spettatore in una dimensione onirica modellata dalle lente metamorfosi e dagli equilibri silenziosi del mondo naturale.
L’alba lascia spazio al giorno, il tramonto alla notte in un presente che rivela tracce di passato: reale e immaginario si fondono facendo emergere vaghe reminiscenze di storie lontane, visioni meravigliose di un "pianeta che verrà".
Con un linguaggio poetico e immaginifico, gli artisti si muovono in scena contaminando le tecniche acrobatiche del nouveau cirque con quelle della ricerca coreografica propria della danza contemporanea.



 

Per un pubblico di famiglie e bambini dai 6 anni

Dal 2 al 6 gennaio

LUZ DE LUNA

CIRCO EL GRITO TEATRO CIRCENSE

in collaborazione "FESTIVAL OPS! di Fondazione Musica per Roma e SIC / Stabile di Innovazione Circense"
di e con Fabiana Ruiz Diaz Regia Michelangelo Campanale e con Gennaro Lauro
Scenografie Michelangelo Campanale - Fabiana Ruiz Diaz Costumi Beatrice Giannini
Luci Tea Primiterra
Macchinisti Michele Petini - Maxime Morera
Un ringraziamento a Raffaella Giordano per la sua presenza nel tempo e l’accompagnamento del percorso artistico.
Produzione SIC / Stabile di Innovazione Circense Realizzato grazie al contributo di Ministero Italiano della Cultura e Regione Marche
Durata: 60 minuti Tout public dai 6 anni

VIDEO Promo ‘Luz de luna’ Clicca QUI

 

Nel riparo intimo di una piccola stanza colorata che sembra un dipinto, la quotidianità vibra di particolari, fuori il temporale, poco a poco l’orizzonte geometrico del mondo degli oggetti sbiadisce,
diventa sfondo, sopraggiunge il lato surreale, l’oscurità è il varco per magia e stupore. Strani esseri si affacciano, bestiario dell’irrazionale, archetipi: è la fantasia che si nutre dell’inconscio o viceversa?
I colpi di scena che punteggiano questo dramma circense gentile sono improntati a un’ironia delicata, una narrazione immaginifica, avvolgente, sintesi di teatro e circo.



 

Dal 7 al 12 gennaio dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

BAHAMUTH

di Flavia Mastrella Antonio Rezza con Antonio Rezza e con Manolo Muoio
e Neilson Bispo Dos Santos
liberamente associato al “Manuale di zoologia fantastica” di J.L. Borges e M. Guerrero (mai) scritto da Antonio Rezza habitat di Flavia Mastrella
assistente alla creazione Massimo Camilli luci e tecnica Alice Mollica macchinista Andrea Zanarini
organizzazione Tamara Viola, Stefania Saltarelli
una produzione RezzaMastrella - La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello durata 1 h e 20’ senza intervallo
In una scatola appena accennata, un uomo trascorre l’agonia che lo porterà a una nuova vita fatta di rigurgiti tribali e storie passate, inquinate da problematiche contemporanee.

 

Bahamuth vive di atmosfere e non considera gli orpelli che umanizzano la situazione giocattolo, e dirigono la percezione alla facile comprensione. La scatola, giocattolo di metallo, legno, stoffa verde e aria, determina un vincolo formale e provoca un’urbanizzazione dello spazio composto di piani d’aria, definiti da rette quasi mai parallele. Il giallo fluorescente delle aste, le dimensioni spropositate, i rapporti di equilibrio distorti, danno all’uomo d’oro, che vive l’ambiente, la possibilità di sfinirsi nell’immobilità e in seguito di estendersi e saltare affiancato dai due ragazzi blu, intesi come elementi dinamici.
I due giovani mettono in moto le possibilità meccaniche della struttura, ruotano le ali leggere e svolazzanti che chiudono la scatola e si mostrano indaffarati intorno al fardello uomo, entrano in scena frantumando la solitudine del protagonista e la staticità della scultura.

La scatola, elemento filiforme dall’equilibrio bizzarro, possiede solo l’illusione della chiusura, è vibrante nello spazio e soprattutto è dipendente alle sollecitazioni dell’umano.
Antonio è partito dall’immobilità di un uomo steso.
La storia dello spettacolo è nel ritmo: i passi, le frasi, I frammenti narrati, sono tenuti assieme dal corpo – parola. Il susseguirsi delle vicende è una costruzione creata con le regole del montaggio cinematografico; Bahamuth si svolge in uno spazio esterno – interno che logora la percezione del tempo e lo reimposta. La sequenza drammaturgica è costruita mettendo in relazione i frammenti di storie con i movimenti e con i ritmi sonori della parola recitata in corsa.



 

Dal 14 al 19 gennaio dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

ANELANTE

di Flavia Mastrella Antonio Rezza con Antonio Rezza
e con Ivan Bellavista, Manolo Muoio, Chiara A. Perrini, Enzo Di Norscia (mai) scritto da Antonio Rezza habitat di Flavia Mastrella
assistente alla creazione Massimo Camilli Luci Mattia Vigo/ Luci e tecnica Daria Grispino macchinista Andrea Zanarini organizzazione Tamara Viola Stefania Saltarelli
una produzione RezzaMastrella
La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello
Antonio Rezza e Flavia Mastrella Leoni d’oro alla carriera La Biennale di Venezia 2018
durata 90’

 

In uno spazio privo di volume, il muro piatto chiude alla vista la carne rituale che esplode e si ribella. Non c’è dialogo per chi si parla sotto. Un matematico scrive a voce alta, un lettore parla mentre legge e non capisce ciò che legge ma solo ciò che dice. Con la saggezza senile l’adolescente, completamente in contrasto col buon senso, sguazza nel recinto circondato dalle cospirazioni.
Spia, senza essere visto, personaggi che in piena vita si lasciano trasportare dagli eventi, perdizione e delirio lungo il muro. Il silenzio della morte contro l’oratoria patologica, un contrasto tra rumori, graffi e parole risonanti. Il suono stravolge il rimasuglio di un concetto e lo depaupera. Spazio alla logorrea, dissenteria della bocca in avaria, scarico intestinale dalla parte meno congeniale. Flavia Mastrella / Antonio Rezza



 

dal 21 al 26 gennaio dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

IL RITO

di Ingmar Bergman traduzione di Gianluca Iumiento adattamento e regia Alfonso Postiglione
produzione Ente Teatro Cronaca, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Fondazione Campania dei Festival – Campania Teatro Festival
CON Elia Schilton (Giudice Ernst Abrahmsson) Alice Arcuri (Thea Winkelmann) Giampiero Judica (Sebastian Fischer) Antonio Zavatteri (Hans Winkelmann)
adattamento e regia Alfonso Postiglione
scene Roberto Crea costumi Giuseppe Avallone musiche Paolo Coletta
disegno luci Luigi Della Monica partitura fisica Sara Lupoli aiuto regia Serena Marziale
coproduzione Ente Teatro Cronaca Teatro di Napoli – Teatro Nazionale Fondazione Campania dei Festival – Campania Teatro Festival
durata 100’ guarda il trailer CLICCA QUI

 

Il rito è tratto dall’omonimo film di Ingmar Bergman del 1969. Tre artisti di varietà (i coniugi Hans e Thea, e Sebastian, amante della donna) sono denunciati per l’oscenità presunta d’un numero del loro ultimo spettacolo. Il giudice Abrahmsson li interroga per decretarne l’eventuale condanna. Non riuscendo a farsene un’idea attraverso i colloqui con gli artisti, l’uomo assiste alla performance nel suo ufficio, subendone conseguenze inaspettate. Al centro del lavoro, il tema della censura e l’impossibilità di contenere la potenzialità destabilizzante dell’atto artistico.
Il rito è una partitura di parole e rapporti fisici tesi e affilati. Nell’istruttoria che il giudice conduce, dapprima cerimonioso poi prepotente, si dispiegano la fragilità nevrotica della bellissima Thea, la vanità violenta di Sebastian, la razionalità noiosa di Hans. Ma progressivamente, il giudice stesso viene stanato implacabilmente nella sua più oscura e repressa identità. E allora è soprattutto la vita che viene messa sotto processo, rivelando tutta la sua artaudiana oscenità, fino a costringere i personaggi a consegnare, nel rito finale, le proprie colpe a qualcuno, fosse anche la colpa ultima di esistere. Alfonso Postiglione



 

dal 28 gennaio al 2 febbraio dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

IL GRANDE VUOTO

uno spettacolo di Fabiana Iacozzilli
regia Fabiana Iacozzilli
drammaturgia Linda Dalisi, Fabiana Iacozzilli
dramaturg Linda Dalisi
con Ermanno De Biagi, Francesca Farcomeni, Piero Lanzellotti, Giusi Merli e con Mona Abokhatwa per la prima volta in scena
progettazione scene Paola Villani
luci Raffaella Vitiello, musiche originali Tommy Grieco, suono Hubert Westkemper costumi Anna Coluccia, video Lorenzo Letizia, aiuto regia Francesco Meloni scenotecnica Mauro Rea, Paolo Iammarrone e Vincenzo Fiorillo, fonico Jacopo Ruben Dell’Abate, Akira Callea Scalise, direzione tecnica Francesca Zerilli
assistenti Virginia Cimmino, Francesco Savino, Veronica Bassani, Enrico Vita
collaborazione artistica Marta Meneghetti, Cesare Santiago Del Beato
foto di scena Laila Pozzo, ufficio stampa Linee Relations
produzione Cranpi, La Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello Centro di Produzione Tea- trale, La Corte Ospitale, Romaeuropa Festival
con il contributo di MiC – Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna
con il sostegno di Accademia Perduta / Romagna Teatri, Carrozzerie n.o.t, Fivizzano 27, Residenza della Bassa Sabina, Teatro Biblioteca Quarticciolo
durata 90’

 

Ne Il Grande vuoto la narrazione teatrale si contamina con il video per raccontare che grazie alle fotocamere Tapo e i loro video ad alta risoluzione con visione notturna fino a trenta piedi, un figlio può continuare a vivere la propria vita ed entrare senza essere visto in quella del proprio genitore. Guardare la madre giocare al solitario, fissare la televisione spenta, parlare con persone che non esistono, non farsi il bidet, piangere, stare seduta e ferma sul bordo del letto, passare la notte a tirare fuori dai cassetti fotografie pezzi di carta mutande sporche per poi rimetterli dentro.
Tante le domande che ci hanno spinto a sprofondare in questa materia artistica, ad addentrarci in questa ricerca su cosa rimane di noi e se resta qualcosa di quello che siamo stati mentre ci approssimiamo alla fine, ma una su tutte è forse la più incandescente bella e giusta per il lavoro ed è quella letta in un fumetto della autrice Giulia Scotti: “il punto è trasformare il dolore in bellezza. Ci riusciremo ancora?”



 

Prima Nazionale

Dal 7 al 16 febbraio dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

BOCCONI AMARI - SEMIFREDDO

Scritto e diretto da Eleonora Danco
cast in via di definizione Cinque personaggi. Padre, madre, tre figli.
produzione La Fabbrica dell'Attore – Teatro Vascello e Teatro Metastasio di Prato.

 

Prima parte. Casa dei genitori. La famiglia si riunisce per il compleanno della madre. Siamo nella lira nel 1999. Il padre la madre e la figlia trentenne Paola vivono insieme. Li raggiungono i due fratelli Luca 40 anni Pietro 38 anni. Una volta tutti insieme nella casa paterna si mangiano l’un l’altro come pesci in un acquario. Battute serrate dai ritmi travolgenti. I meccanismi dei conflitti familiari espressi in un linguaggio universale, in cui tanti si potranno riconoscere.
Seconda parte. Vent’anni dopo. Siamo nell’euro. La famiglia si ritrova nella stessa casa per festeggiare il compleanno del padre.
Luca, sessant’anni, Pietro cinquantotto anni, invecchiati e travolti dalla crisi economica, patiscono l’egoismo del padre, un Re Lear del terzo piano che si schiera ora con un figlio, ora con l’altro.
La scena diventa un’arena dove le ombre e i ricordi si agitano come lembi. I flash, come in un film, rendono i personaggi giovani e vecchi, a tratti tornano bambini e adolescenti.
Cadono in uno stato di trans allucinatorio, non si accorgono di esprimere le immagini più profonde del loro subconscio. Una regia fisica. Una danza, un movimento continuo, visionario e commovente.



 

dal 18 al 23 febbraio dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

IL MINISTERO DELLA SOLITUDINE

uno spettacolo di lacasadargilla
parole di e con Caterina Carpio, Tania Garribba, Emiliano Masala, Giulia Mazzarino,
Francesco Villano
drammaturgia del testo Fabrizio Sinisi
regia Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni drammaturgia del movimento Marta Ciappina cura dei contenuti Maddalena Parise
spazio scenico e paesaggi sonori Alessandro Ferroni
luci Luigi Biondi
costumi Anna Missaglia
aiuto regia Alice Palazzi / Caterina Dazzi
assistente al disegno luci Omar Scala
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro di Roma-Teatro Nazionale, Teatro Metastasio di Prato, La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello Durata: 95’ guarda il trailer CLICCA QUI

 

Lisa Ferlazzo Natoli firma insieme al regista e disegnatore del suono Alessandro Ferroni, Il Ministero della Solitudine, nuovo spettacolo di lacasadargilla.
Il lavoro, una scrittura interamente originale a cura di tutto l’ensemble, si avvale della collaborazione di Fabrizio Sinisi, che cura la drammaturgia del testo, e di Marta Ciappina che cura invece la drammaturgia del movimento.
Lo spunto dello spettacolo nasce da una notizia di cronaca politica internazionale. Nel gennaio 2018, la Gran Bretagna ha nominato ufficialmente un ministro della Solitudine, il primo al mondo, per far fronte ai disagi che questa può provocare a livello emotivo, fisico e sociale. L’anno successivo viene inaugurato il relativo Ministero, «istituzione dalla natura politicamente ambigua e dalle finalità incerte».
A partire da questa vicenda, la compagnia lacasadargilla inaugura una riflessione su un luogo – reale e immaginifico – capace di operare con linguaggi e dispositivi narrativi intorno ai desideri, ai rimossi e alle immaginazioni di un’epoca che sempre più richiede di ragionare con cura sulle comunità dei viventi.



 

dal 25 febbraio al 2 marzo dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

RECOLLECTION OF A FALLING

30 anni di Spellbound Contemporary Ballet Programma in due parti
Jacopo Godani – “Forma mentis” Mauro Astolfi – “Daughters and angels”
Interpreti: Maria Cossu, Giuliana Mele, Lorenzo Beneventano, Alessandro Piergentili, Anita Bonavida, Roberto Pontieri, Martina Staltari, Miriam Raffone, Filippo Arlenghi
Una produzione Spellbound
in collaborazione con Comune di Pesaro & AMAT per Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024, Festival Torino Danza
durata 30’ e 38’ con intervallo di 15’

 

Parte 1: Forma mentis

Coreografia, Art Direction, Luci, Costumi: Jacopo Godani Musica originale: Ulrich Muller
Musica dal vivo Sergey Sadovoy
Assistente alle coreografie: Vincenzo De Rosa

 

Forma Mentis è una piattaforma vibrante per esplorare il potenziale della danza come linguaggio universale per mezzo della propria intelligenza. Ogni passo, ogni movimento, è un'opportunità per esprimere idee e visioni, creando un dialogo dinamico con sé stessi, il pubblico e le generazioni future. In questo spazio creativo, Godani riconosce il valore del talento e della determinazione professionale. Ogni danzatore, ogni artista, è un faro di ispirazione per coloro che anelano a realizzare i propri sogni.

 

Parte 2: Daughters and angels

Coreografia e regia: Mauro Astolfi Set e Disegno luci: Marco Policastro Musica originale: Davidson Jaconello Costumi: Anna Coluccia
Assistente alle coreografie: Elena Furlan

 

In Daughters and Angels parlo della possibilità di intraprendere un percorso di conoscenza da parte del genere maschile del proprio femminile, smantellando gli stereotipi di genere e mettendo in discussione alcune rocche forti della mascolinità. Cerco di recuperare un’informazione antica, il semplice potere della conoscenza, senza appartenenza né primati. La donna che immagino è stata una figlia che ricorda ed amplifica ciò che ha imparato dalla sorgente, l’uomo, sembra aver dimenticato quasi tutto” (Mauro Astolfi)



 

dal 4 al 9 marzo dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

EDIPO RE

di Sofocle traduzione Fabrizio Sinisi adattamento e regia Andrea De Rosa
con (in o.a.) Francesca Cutolo, Francesca Della Monica, Marco Foschi, Roberto Latini,
Frédérique Loliée, Fabio Pasquini scene Daniele Spanò
luci Pasquale Mari suono G.U.P. Alcaro costumi Graziella Pepe
realizzati presso Laboratorio di Sartoria del PICCOLO TEATRO DI MILANO – TEATRO D’EUROPA
produzione TPE - Teatro Piemonte Europa, Teatro di Napoli - Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura, Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
durata 75 min guarda il trailer CLICCA QUI

 

Considerato uno dei testi teatrali più belli di tutti i tempi, Edipo re di Sofocle rappresenta il simbolo universale dell’eterno dissidio tra libertà e necessità, tra colpa e fato. Arrivato al potere grazie alla sua capacità di “far luce attraverso le parole”, abilità che gli aveva permesso di sconfiggere la Sfinge che tormentava la città di Tebe, Edipo è costretto, attraverso una convulsa indagine retrospettiva, a scoprire che il suo passato è una lunga sequenza di orrori e delitti, fino a riconoscere la drammatica verità delle ultime, desolate parole del Coro: “Non dite mai di un uomo che è felice, finché non sia arrivato il suo ultimo giorno”.



 

Dall’11 al 16 marzo dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

MOBY DICK ALLA PROVA *

di Orson Welles
adattato - prevalentemente in versi sciolti - dal romanzo di Herman Melville traduzione Cristina Viti
uno spettacolo di Elio De Capitani
costumi Ferdinando Bruni
musiche dal vivo Mario Arcari, direzione del coro Francesca Breschi maschere Marco Bonadei, luci Michele Ceglia, suono Gianfranco Turco con Elio De Capitani
e Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Marco Bonadei, Enzo Curcurù, Alessandro Lussiana, Massimo Somaglino, Michele Costabile, Giulia Viana/Giulia Di Sacco (in via di definizione),
Vincenzo Zampa, Mario Arcari
coproduzione Teatro dell’Elfo e Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale durata 2 ore e 20 minuti + intervallo
guarda il trailer CLICCA QUI

 

Lo spettacolo è dedicato alla memoria di Gigi Dall'Aglio.

Orson Welles portò al debutto il suo testo il 16 giugno 1955, al Duke of York’s Theatre di Londra. Lo mise in scena in un palco praticamente vuoto, scegliendo di non dare al pubblico né mare, né balene, né navi. Solo una compagnia di attori e sé stesso in quattro ruoli, Achab compreso. E vinse la sfida di portare in teatro l’oceanico romanzo di Melville gettando un ponte tra la tragedia di Re Lear e Moby Dick: l’ostinazione del re che la vita, atroce maestra, infine redimerà si rispecchia in quella irredimibile, fino all’ultimo istante, dell’oscuro e tormentato capitano del Pequod.
Splendidamente tradotto per l’Elfo dalla poetessa Cristina Viti, il copione di Welles restituisce con forza d’immagini la prosa del romanzo. In scena accanto a De Capitani (che interpreta Achab, padre Mapple, Lear e l’impresario teatrale) troviamo Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Marco Bonadei, Enzo Curcurù, Alessandro Lussiana, Massimo Somaglino, Michele Costabile, Giulia Viana, Vincenzo Zampa. Il cast salda le eccellenze artistiche di tre generazioni di interpreti. La musica dal vivo di Mario Arcari e i canti diretti da Francesca Breschi (vibranti rielaborazioni degli sea shanties) riempiono intensamente la scena generando emozioni profonde, in uno spazio dominato da un fondale enorme, eppure leggero, cangiante e mutevole, capace di evocare l’immensità del mare e la presenza incombente del capodoglio.



 

dal 21 al 23 marzo

BEHIND THE LIGHT

coreografia, drammaturgia e interpretazione Cristiana Morganti
regia Cristiana Morganti e Gloria Paris disegno luci Laurent P. Berger creazione video Connie Prantera datore luci Matteo Mattioli
audio/video Alessandro Di Fraia
una produzione Teatri di Pistoia Centro di Produzione Teatrale in coproduzione con Fondazione I Teatri - Reggio Emilia, Théâtre de la Ville - Paris, MA scène nationale-Pays de Montbéliard e con il sostegno di Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento distribuzione per l’Italia Roberta Righi
Durata 70’

 

Gemo in un pianto e fremo
Fosco mi sembra il giorno
Ho cento affanni intorno
Ho mille furie in sen

Pietro Metastasio, L’Olimpiade, musica di Antonio Vivaldi

 

Spettacolo autobiografico, che racconta di una crisi familiare, professionale e intima, una sequela di eventi con il tipico “effetto domino”, in cui una disgrazia pare chiamarne un’altra, in cui sembra venga meno ogni singolo punto di riferimento, ogni certezza. Questa “personale crisi globale” viene mostrata, presa in giro, aggirata, attraversata, superata grazie al potere rigenerativo della confessione e soprattutto dell’arte, ora urlata, ora sussurrata tra le lacrime, con il capo adagiato sul pavimento.
È una danza che fa venire voglia di danzare quella di Cristiana Morganti, complice l’esplosione di energia che fa seguito alla catarsi di questa confessione aperta, sincera, sofferente ma di un dolore mai autocompiaciuto, anzi immediatamente lenito dalla risata, anche di sé, con il pubblico.

Accompagnati da un collage musicale che spazia da Vivaldi al punk-rock di Peaches, da Giselle, di Adolphe Adam alla musica elettronica di Ryoji Ikeda, si alternano momenti di danza e di parola.

 

Sono aperte le iscrizioni per la Master Class di Teatro Danza con Cristiana Morganti per danzatori e attori professionisti per un massimo di 20 partecipanti che si terrà MARTEDI 18 e MERCOLEDI 19 MARZO 2025 dalle h 15.00 alle h 19.30 Presso il Teatro Vascello. La Master Class si svolgerà su 2 giorni con lo stesso gruppo: quindi 2 classi di 4 ore l’una, dalle h 15.00 alle h 19.30 (4 ore di lezione + 1 pausa di 30 min). 
Costo d’iscrizione 150 Euro a persona. Per poter partecipare è necessario inviare la richiesta con il curriculum a produzione@teatrovascello.it
Si richiede ai partecipanti di garantire la loro presenza in entrambi i giorni per tutte le ore.



 

25-26 marzo martedì e mercoledì h 21

ERODIADE

di Giovanni Testori
con Francesca Benedetti 
regia di Marco Carniti
 Musiche Originali David Barittoni Video Artist Francesco Scandale Aiuto regia Francesco Lonano

 

Erodiade per Giovanni Testori si fa corpo, metà Dio, metà donna che scopre il lato ambiguo e fluido della sua virilità. Francesca Benedetti, musa dell’autore milanese, affronta la scrittura testoriana facendosi carne e sangue e immergendosi in un flusso verbale senza precedenti per restituire al pubblico, il mito ribaltato di un personaggio controverso e trasgressivo come Erodiade, che oggi si fa.



 

dal 28 marzo al 6 aprile

LA PULCE NELL'ORECCHIO

di George Feydeau
traduzione, adattamento e drammaturgia Carmelo Rifici e Tindaro Granata regia Carmelo Rifici
con (in ordine alfabetico): Giusto Cucchiarini, Alfonso De Vreese, Giulia Heathfield Di Renzi Ugo Fiore, Tindaro Granata, Christian La Rosa, Marta Malvestiti, Marco Mavaracchio Francesca Osso, Alberto Pirazzini, Emilia Tiburzi, Carlotta Viscovo e un attore in via di definizione
musiche Zeno Gabaglio
produzione LAC Lugano Arte e Cultura, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa durata 2 h 35' più intervallo

 

Carmelo Rifici affronta la regia di una commedia facendo cadere la sua scelta su un esilarante vaudeville di Georges Feydeau. Un lavoro che, pur mantenendo l’impianto originale del testo, rispettandone la vocazione, sottolinea lo spirito giocoso e selvatico della scrittura di Feydeau, ne cerca i piani nascosti, libera i singoli personaggi dal contesto borghese e valorizza i ruoli femminili.
Negli anni, il lavoro di indagine registica di Rifici si è focalizzato sul tema del linguaggio e sulle sue ambiguità. Con La pulce nell’orecchio siamo di fronte ad una farsa sul linguaggio, o meglio ad una farsa di linguaggi. I rapporti umani tracciati da Feydeau sono costruiti sulla sagacia delle parole ma, a differenza delle grandi commedie di Shakespeare, il commediografo francese impone allo spettacolo una macchina comica perfetta: un orologio di rara precisione che porta i suoi personaggi e il loro modo di parlare oltre il ‘gioco’ linguistico fine a sé stesso, di puro intrattenimento ed evasione, con lo scopo di estrapolarne il massimo potenziale teatrale e la massima ridicolaggine umana.



 

dal 9 al 13 aprile

I FANTASMI DELLA NOSTRA STORIA

ideazione e drammaturgia Fabrizio Gifuni

 

9, 10 aprile

Il male dei ricci

Ragazzi di vita e altre visioni

 

A vent’anni dal debutto di ‘Na specie de cadavere lunghissimo spettacolo culto, ideato e interpretato dall’attore, con la regia di Giuseppe Bertolucci, Fabrizio Gifuni ritorna alle pagine di Pasolini con una nuova drammaturgia originale. La rilettura di Ragazzi di vita, romanzo d’esordio dello scrittore, interpolata e storicizzata con altri scritti pasoliniani-poesie, lettere, interviste dà vita a un racconto personale che l’attore-autore porta sul palco in un gioco di inedite prospettive e vertiginosi sdoppiamenti. Il corpo-voce di Gifuni ci costringe a misurarci con un fantasma poetico, una voce inquieta che continua a reclamare un ascolto.



 

11,12,13 aprile

Con il vostro irridente silenzio

Studio sulle lettere dalla prigionia e sul memoriale di Aldo Moro

 

Aldo Moro durante la prigionia parla, ricorda, confessa, accusa, si congeda. Moltiplica le parole su carta: scrive lettere, si rivolge ai familiari, agli amici, ai colleghi di partito, ai rappresentanti delle Istituzioni, annota brevi disposizioni testamentarie. E insieme compone un lungo testo politico, storico, personale, il cosiddetto memoriale. Le lettere e il memoriale sono le ultime parole di Moro. Quelle ritrovate, quelle fino a noi pervenute. Un fiume di parole che si cercò subito di silenziare, mistificare, irridere. Dopo oltre quarant’anni il destino di queste carte non è molto cambiato. Pochi le hanno davvero lette, molti hanno scelto di dimenticarle. Attraverso un ostinato lavoro di drammaturgia, Gifuni si confronta con lo scritto più scabro e nudo della storia d’Italia.



 

dal 15 al 19 aprile

SALVEREMO IL MONDO PRIMA DELL’ALBA

Uno spettacolo di CARROZZERIA ORFEO
Drammaturgia Gabriele Di Luca
Con (in o.a.) Sebastiano Bronzato, Alice Giroldini, Sergio Romano, Roberto Serpi Massimiliano Setti, Ivan Zerbinati
Regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
Musiche originali Massimiliano Setti
Una coproduzione Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini
Durata: 120’ Linguaggio esplicito
Guard il trailer CLICCA QUI

 

Dopo aver esplorato il mondo degli ultimi, dei reietti, degli esclusi e dei perdenti, Carrozzeria Orfeo indaga il mondo del benessere e dell’apparente successo, attraverso il racconto dei primi, dei vincenti, della classe dirigente, dei ricchi, paradossalmente, però, imprigionati nello stesso vortice di responsabilità asfissianti, doveri castranti, sensi di colpa e infelicità che appartengono a tutti e, quindi, frantumati da tutto ciò che la mentalità capitalista non può comprare: l'amore per se stessi, la purezza dei sentimenti, gli affetti sinceri, la ricerca di un senso autentico nell’esistenza.
Salveremo il mondo prima dell’alba è il racconto della vita di alcuni ospiti in una clinica di riabilitazione di lusso situata su un satellite nello spazio, specializzata nella cura delle dipendenze contemporanee (sessuali, affettive, da lavoro, da psicofarmaci). Ma le dipendenze e la riabilitazione costituiscono solo il sintomo esteriore di problemi più profondi ed esistenziali; la metafora di un modello di vita ormai giunto a un punto di non ritorno.
Il tutto viene esplorato in pieno stile Carrozzeria Orfeo, grazie a un occhio sempre lucido e, forse, disilluso, che intende cogliere, con ironia ed estremo divertimento, i paradossi, le contraddizioni e le deformazioni grottesche della realtà attraverso personaggi strabordanti di umanità, ironia e dolore.



 

Dal 6 all’11 maggio

6 DONNE che hanno segnato la storia/ 6 AUTORI che le raccontano

sei giorni per sei grandi ritratti femminili Camille Claudel – Dacia Maraini (6 maggio) Marie Curie – Sandra Petrignani (7 maggio) Marilyn Monroe – i suoi diari segreti (8 maggio) Maria Montessori – Eugenio Murrali (9 maggio) Rosa Luxemburg – Viola Ardone (10 maggio)
Billie Holiday – Maurizio De Giovanni (11 maggio)
un progetto di Mariangela D'Abbraccio
testi originali di Viola Ardone, Maurizio De Giovanni, Norma Jeane, Dacia Maraini, Eugenio Murrali, Sandra Petrignani
con Mariangela D’Abbraccio e Manuela Kustermann
regia Francesco Tavassi
produzione La Fabbrica dell'Attore-Teatro Vascello

 

Il progetto, si articola in sei giorni. Ogni replica è dedicata ad una grande figura femminile: Camille, la scultrice geniale e incompresa; Billie, la signora triste del jazz; Marie, scienziata fra le più brillanti del Novecento; Rosa, rivoluzionaria di professione, studiosa marxista e antimilitarista; Marilyn, la più grande diva del cinema e icona di femminilità; Maria, pedagogista, educatrice e medica italiana.
Sei donne di eccezionale talento e di struggente umanità, vittime di discriminazione e protagoniste di grandi battaglie, che hanno segnato in modo determinante la Storia e le storie di noi tutti.

A raccontarle, attraverso differenti registri narrativi, sei autori, tra le firme più prestigiose e talentuose del nostro panorama, per sei narrazioni in forma di reading pensate per due voci, quelle di Mariangela D’Abbraccio e Manuela Kustermann, interpreti fra le più attente e sensibili della scena italiana.



 

dal 13 al 18 maggio

FELICISSIMA JURNATA

Finalista Forever Young – La Corte Ospitale 2022
Vincitore del premio Giuria Popolare – Dante Cappelletti 2021
drammaturgia e regia Emanuele D’Errico
con Antonella Morea e Dario Rea
e con le voci delle donne e degli uomini del Rione Sanità
scene Rosita Vallefuoco musiche originali Tommy Grieco suono Hubert Westkemper
luci Desideria Angeloni costumi Rosario Martone aiuto regia Clara Bocchino
realizzazione scene Mauro Rea macchinista Michele Lubrano Lavadera fonico Stefano Cammarota
foto di scena Laila Pozzo
ufficio stampa Linee Relations (Valeria Bonacci, Giorgia Simonetta) produzione Cranpi, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Putéca Celidònia in collaborazione con La Corte Ospitale – Forever Young 2022
con il sostegno di Teatro Biblioteca Quarticciolo
e di C.RE.A.RE Campania Centro di residenze della Regione Campania
durata 60’ guarda il trailer CLICCA QUI

 

Felicissima jurnata cerca di cogliere l’essenza o, forse, l’assenza di vita reale che unisce sul filo della solitudine il basso napoletano e quel che ne resta di Giorni Felici di Beckett.
Dal 2018 Putéca Celidònia vive attivamente il Rione Sanità di Napoli portando il teatro in mezzo ai vicoli bui ed abbandonati. “Ci è successo di entrare in alcuni bassi e di trovare una situazione surreale. Così abbiamo deciso di iniziare un viaggio (…), immergendoci nelle storie delle persone che ci hanno sorpreso, rapito e portato su di una strada imprevista.

Felicissima jurnata pone l’accento sulla paralisi emotiva e fisica che queste persone si impongono per mancanza di mezzi. Molti di loro non sono mai usciti dalla loro città, dal proprio quartiere e chissà da quanto tempo dalla propria casa. Non è prigionia questa? È una prigionia consapevole o inconsapevole?”



 

dal 20 al 25 maggio

LA GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA

di Tennessee Williams traduzione Monica Capuani regia Leonardo Lidi
con Valentina Picello, Fausto Cabra e cast in via di definizione
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Aurora Damanti
assistente regia Alba Maria Porto
Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale

 

Dopo Lo zoo di vetro Leonardo Lidi torna a Tennessee Williams allestendone il primo grande successo teatrale: La gatta sul testo che scotta, andato in scena in prima assoluta a Chicago nel 1944. Una ricca famiglia del Sud degli Stati Uniti entra in crisi di fronte alla morte annunciata del padre-padrone, mettendo in mostra l’avidità e la debolezza di carattere dei due figli, ed in particolare il dramma di Brick e di sua moglie, la gatta del titolo. Brick e Maggie vivono insieme ma da tempo non hanno rapporti sessuali, per volere di lui, che ritiene la moglie responsabile del suicidio del suo amico Skipper. Ritratto formidabile di un uomo che lotta rabbiosamente “contro la luce che muore” (sono versi di Dylan Thomas), questa è una delle prime e più violente prese di posizione a proposito del tema dell’omosessualità, significativamente scomparso nella notissima versione cinematografica di Elia Kazan, interpretata da Paul Newman e Liz Taylor. Il teatro di Leonardo Lidi, regista residente del Teatro Stabile di Torino, si muove da tempo attraverso le pagine dei più grandi autori per la scena (Garcìa Lorca, Cechov, Molière), focalizzando il proprio lavoro sui delicati rapporti familiari e sulla tenerezza dei sentimenti negati, un punto di vista registico che gli è valso numerosi riconoscimenti da parte della critica.



 

INFO ORARI

dal martedì al venerdì h 21 sabato h.19
domenica h.17 lunedì h 21
Emma Dante Il Canto della Sirena Vascello dei Piccoli sab. 16,30 dom.11,30

 

BIGLIETTERIA

intero € 25
over 65 € 20
Con l'ASSOCARD € 18
Studenti € 16
Vascello dei piccoli € 15 / € 12 (bambini)
Concerti € 15 / € 12 (studenti e anziani)

 

Abbonamenti

Zefiro (8 titoli) € 120
Eolo (9 titoli) € 135
Card libera (6 spettacoli a scelta su tutta la programmazione) € 108
Card love a 2 spettacoli a scelta su tutta la programmazione per 2 persone (4 ingressi) € 72

 

Zefiro

DE PROFUNDIS CAPITOLO II
IL GIARDINO DEI CILIEGI IL RITO
IL MINISTERO DELLA SOLITUDINE MOBY DICK
LA PULCE NELL’ORECCHIO
LA GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA

 

Eolo

UCCELLINI
LA VEGETARIANA LA SCORTECATA FAUST BAHAMUTH
IL GRANDE VUOTO
BOCCONI AMARI SEMIFREDDO EDIPO RE
FELICISSIMA JURNATA

 

È possibile acquistare i biglietti, abbonamenti e card telefonicamente allo 06 58 81 021 con carta di credito e bancomat abilitati, acquista direttamente alla biglietteria, acquista tramite bonifico bancario a favore di Coop. La Fabbrica dell'Attore E.T.S. BANCA INTESA SAN PAOLO ag. Via G. Carini 32 di Roma c/c 3842 abi 03069 cab 05078 iban IT89V0306905078100000003842


 

 

Con l'ASSOCARD

€ 18 a persona anziché € 25

Sui singoli biglietti

 

 


TEATRO VASCELLO Via Giacinto Carini, 78 – 00152 Roma Monteverde
Tel. 06.5881021  -  06.5898031
www.teatrovascello.it  Cristina D’Aquanno
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botteghino@teatrovascello.it  -  promozioneteatrovascello@gmail.com